L'ISPRA da tempo si concentra sull'importanza degli apoidei nelle relazioni ecologiche e promuove l'attuazione di strategie per proteggerli, in quanto "specie chiave" per la biodiversità.

Le varie specie di api sono molto sensibili alla distruzione dei loro ambienti naturali e alla loro frammentazione (Matheson et al., 1996). Tuttavia, quali api ci sono e quante ce ne sono dipende da quanto gli habitat sono in buono stato, oltre da cosa preferiscono le singole specie (Mazzeo et al., 1999, 2001, 2002, 2004, 2007a, 2007b, Seminara et al., 2009; Longo, 2002).

La varietà delle api selvatiche non solo arricchisce la diversità genetica delle piante che impollinano (Biesmeijer et al., 2006), ma è anche cruciale per garantire la qualità e la resilienza dei servizi di impollinazione nelle aree agricole, generando un impatto positivo sulla resa delle colture agricole (Bartomeus et al., 2013; Brittain et al., 2013); la presenza di popolazioni significative di api selvatiche, bombi e api solitarie contribuisce notevolmente alla quantità e alla qualità dei semi, della frutta e della verdura, migliorando la qualità ecologica dei territori agricoli.

I nemici delle api selvatiche includono parassiti (come varroa e acari), predatori (come vespe e uccelli), malattie causate da batteri e virus, la perdita di habitat dovuta alla deforestazione e all'urbanizzazione, i cambiamenti climatici che influenzano la disponibilità di cibo, l'inquinamento atmosferico e l'esposizione ai pesticidi agricoli, che possono danneggiare la loro salute e ridurre la qualità delle risorse alimentari disponibili. Oltre a tutti questi nemici, a giocare a svantaggio degli insetti apoidei vi sono le monoculture: riducono la disponibilità di cibo esponendoli ai pesticidi, causando la perdita di habitat e aumentando la loro competizione con le api domestiche.